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mercoledì 12 dicembre 2012

VALUTAZIONE RISCHIO: DALL'1 GENNAIO L'AUTOCERTIFICAZIONE NON BASTA PIU'

Entro il 31 dicembre 2012 gli imprenditori (4 milioni circa) devono redigere il documento sulla valutazione del rischio in azienda. Lo impone il decreto interministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 dicembre con il quale vengono emanate le procedure standardizzate per effettuare la valutazione del rischio in azienda per le pmi. In passato le imprese potevano adempiere all`obbligo autocertificando l`effettuazione della valutazione del rischio, senza quindi essere costrette a produrre documentazione. Ora, invece, è richiesto il formato documentale ed è quindi necessario svolgere materialmente la redazione del documento. La scadenza per la validità della autocertificazione è fissata al 31 dicembre 2012. Come AGL rileviamo il fatto che le procedure siano state pubblicate a ridosso della scadenza senza prevedere un congruo periodo di tempo per consentire alle aziende di rispettare l`obbligo. Non si stanno mettendo in condizione quindi quegli imprenditori che si vorrebbero comportare correttamente di svolgere questo adempimento con la necessaria calma e con l'aiuto puntuale dei propri consulenti. Vedremo cosa accadrà poichè, ovviamente, le Associazioni di imprenditori hanno a gran voce richiesto una proroga ulteriore.
Resta la situazione disastrosa della sicurezza sul lavoro in Italia per la quale, a fronte di tanti adempimenti burocratici (ormai un vero e proprio business) resta irrisolta la questione fondamentale: la vigilanza e i controlli successivi. Ricordiamo quanto sostenuto dall'AGL in merito alla necessità che la vigilanza sul lavoro torni tutta allo Stato centrale, in quanto l'esperimento di coinvolgere le Regioni e le relative ASL ci sembra fallito.Il personale ispettivo (ordinario e tecnico) è carente e sarebbe ora di rafforzarlo con processi di mobilità volontaria all'interno delle Pubbliche Amministrazioni, in quanto la sicurezza sul lavoro è una emergenza nazionale.Quello già esistente va messo in condizione di lavorare meglio, dal punto di vista degli orari, dei mezzi , della verifica delle effettive capacità organizzative di chi lo dovrebbe dirigere. Non guasterebbe poi individuare meccanismi incentivanti dal punto di vista economico, rapportati a quanto recuperato dalle sanzioni.
Così come una volta si criticava il fatto che molti operatori delle forze dell'ordine fosero costretti dietro le scrivanie, così occorre, a cominciare dalle amministrazioni centrali, che vengano sfoltiti uffici, organismi e strutture meramente burocratiche, inutili e dannose e che da subito tutti coloro che possiedono già la qualifica ispettiva ritornino a esercitare di fatto questa funzione e che stiano in strada e nelle aziende da controllare a fare il loro dovere. Meno chiacchiere, commissioni e convegni da parte della dirigenza, più operatività e risultati. Non lamentiamoci altrimenti se un giorno a qualcuno verrà in mente di utilizzare meglio i soldi del contribuente appaltanto anche la vigilanza sul lavoro ai privati (già gli istituti di vigilanza operano nei Tribunali, figuriamoci se l'opinione pubblica si scandalizzerebbe se sostituissero l'operato degli ispettori del lavoro...). Mai come in questo caso il futuro professionale degli operatori della vigilanza sul lavoro è in mano a loro stessi. Preoccupiamoci meno delle sparate polemiche ridicole dei politici di turno (lasciano il tempo che trovano perchè la gente è capace da sola di capire se avere norme severe sulla vigilanza è un lusso o meno) e vediamo di impegnarci tutti un pò di più, direttamente, senza delegare troppo, dal punto di vista sindacale e politico.

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